Il Barolo “Rocche d’Annunziata” di Renato Ratti è una vera istituzione e, soprattutto, un punto di riferimento nel panorama vitivinicolo in una delle zone vitivinicole più importanti di tutto il mondo. Il nome dell’etichetta fa riferimento alla prestigiosa sottozona all’interno del comune de La Morra, in particolare “Le Rocche dell’Annunziata” che rappresenta un cru tra i più prestigiosi ed ambiti della zona di produzione del Barolo. La vendemmia viene svolta ad ottobre inoltrato e dopo un’attenta selezione delle uve ci si sposta in cantina. Qui inizia la fermentazione alcolica in acciaio che prosegue nel mese di novembre con quella malolattica all’interno di botti di legno. L’ultima fase è l’affinamento che avviene per 12 mesi all’interno di barrique francesi e un anno in botti grandi di rovere di Slavonia da 25 ettolitri. Questo Barolo è una vera scoperta che farai fatica a lasciare.
€126
Esaurito
Sin dal 1965, Renato Ratti fonda la sua cantine, acquistando il suo prima appezzamento di terra, di circa 7.000 metri quadri,  nella storica zona di Marcenasco, in frazione Annunziata nel prestigioso comune di La Morra. Furono i primi a produrre il Barolo Marcenasco con uve provenienti da singolo vigneto. Nello stesso periodo entra in azienda il nipote di Renato, Massimo Martinelli, anch’egli enologo, con cui inizia un periodo di studio e ricerca per migliorare la tecnica di vinificazione per le etichette di casa. I vini che nascono in questo territorio sono il risultato di un’attenzione particolare verso le caratteristiche della regione e di una consapevolezza riguardo le specificità di ciascuna area. Nella filosofia di produzione dell’azienda il territorio è un elemento centrale da conoscere e studiare in tutte le sue peculiarità morfologiche e geologiche, così da creare un prodotto in linea con la sua area di origine. L’idea principale dell’azienda è quella di lasciar evolvere i Barolo per lungo tempo in bottiglia, anziché puntare sull’invecchiamento in legno. Questa fu una tecnica innovativa per l’epoca che ha portato a interpretazioni sempre più ricche, ricercate e di fine longevità . Gli anni Ottanta rappresentano per Renato Ratti un periodo d’oro: viene nominato presidente del Consorzio del Barolo e direttore del Consorzio d’Asti, impegnandosi nella stesura dei loro disciplinari di produzione. Individuò anche le sottozone di produzione del Barolo e del Barbaresco diventando il punto di riferimento storico per tutte le eccellenze dentro e fuori le Langhe fino ad oggi. Un uomo che ha animato la sua realtà vitivinicola per tanto tempo, lasciando a suo figlio Pietro, in eredità , grandi progetti di ampliamento e ristrutturazione sia della cantina che dei vigneti. Oggi, la cantina Renato Ratti, vanta 38 ettari di proprietà , tra La Morra, Mango e Castigliole d’Asti, territori con microclimi e terreni molto diversi tra loro, ma coltivati sempre con cura. Dal 2022 si inaugurano i lavori della nuova cantina.